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Credits: Acf Fiorentina
Credits: Acf Fiorentina

L’avventura alla guida della Fiorentina di Raffaele Palladino non è iniziata al meglio, forse a causa della preparazione non ancora smaltita, o forse perché ancora i giocatori non hanno assimilato gli schemi. L’allenatore napoletano non ha ancora saputo proporre quelle trame di gioco viste nei due anni passati a Monza, che lo hanno consacrato come uno dei migliori giovani sulla piazza. Ma allora, cosa possiamo aspettarci di vedere questa stagione?

La valorizzazione degli esterni di centrocampo

Nel 2022 Palladino ha preso il Monza in corsa, dopo le prime 6 giornate di Serie A dove il suo predecessore Stroppa aveva raccolto solo un punto. La squadra biancorossa concluse il campionato all’undicesimo posto, con ben 52 punti. Il merito di quella svolta positiva sta nel modulo, lo stesso 3-4-2-1 che il mister sta riproponendo a Firenze, che dà grande valore al lavoro svolto dai due esterni di centrocampo: non è un caso che Carlos Augusto a sinistra e Patrick Ciurria a destra finirono l’anno come capocannonieri della squadra, con 6 reti segnate e 5 assist a testa. La Fiorentina dispone già di due terzini molto offensivi quali Parisi e Dodô, che avranno ancora più libertà di spinta quest’anno, e che dovremo abituarci a vedere spesso in area di rigore: il primo gol contro la Puskas Akademia, segnato da Sottil, è nato proprio da un assist di Parisi che si era spinto in avanti.

Il suo “pupillo” dietro le punte

L’acquisto di Colpani è stato fortemente voluto da Palladino, che già lo aveva allenato nei suoi due anni a Monza. L’ultima stagione è stata quella della definitiva consacrazione, dove il trequartista classe ’99 ha confezionato 8 gol e 4 assist, che sembravano avvicinarlo anche all’orbita della Nazionale. Certo, l’investimento di 22 milioni complessivi non è di poco conto: anche se ancora non ha brillato, è un giocatore che l’allenatore conosce bene e su cui ha puntato forte, per cui il giudizio finale va necessariamente rimandato. Aspettando l’esordio di Gudmundsson, suo compagno di reparto.

La punta di peso

La questione dell’attaccante è sempre stata al centro del mercato della Fiorentina negli ultimi anni, e la scelta quest’anno è ricaduta su Kean. I motivi alla base dell’acquisto dell’ex Juventus? Palladino ha sempre prediletto la famosa “punta di peso”, che facesse gioco sporco reggendo il pallone di fisico, e che raccogliesse i cross degli esterni: nell’ultima stagione a Monza il suo uomo di riferimento è stato Djuric, autore di 9 gol. Solo il tempo dirà se Kean è il profilo giusto: intanto l’attaccante si è tolto lo sfizio di segnare il primo gol ufficiale in maglia viola. Appuntamento a domani sera contro la Puskas Akademia: Palladino cerca la prima vittoria ufficiale, e la consacrazione di un’identità di gioco che ancora manca.

A cura di Damiano Nifosì


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