Milenkovic lascerà la Fiorentina entro la fine del mercato: In difesa ci sarà una rivoluzione. Il mercato viola ruoterà principalmente intorno a due nomi
Milenkovic entro la fine del mercato se andrà. Al miglior offerente, anche se un po’ tutti conoscendo la situazione contrattuale del calciatore e l’esigenza della Fiorentina di cederlo, stanno aspettando. Quindi il serbo partirà per Moena e probabilmente ci vorrà tutta l’estate prima di vedere arrivare un'offerta seria. Nel frattempo il club di Commisso dovrà essere bravo a trovare il sostituto. Suo e probabilmente di Pezzella, un capitano in uscita. Ecco che, tanto del mercato viola, ruoterà attorno a questi due nomi.
In difesa ci sarà la vera e propria rivoluzione, con il 4-3-3 di Italiano, talebano in tutti i sensi. Questa volta non ci saranno equivoci tattici, cambiamenti in corsa. Il nuovo allenatore gioca da sempre in questo modo e non cambierà certo adesso. Sembrerà di tornare un po’ alla vecchia Fiorentina di Prandelli, quella della Champions League, quelli di Frey, Mutu, Toni. Certo, con nomi e con ambizioni diverse al momento. Tornare a far divertire, tornare a non soffrire come negli ultimi anni, a non sentir parlare più di Serie B e di stagioni pericolose. Sarebbe già un bel passo in avanti, dopo tre stagioni troppo brutte per essere vere.
Adesso, l’imperativo sul mercato sarà vendere bene e acquistare meglio. Perché al di là dell’allenatore (del quale forse si è parlato fin troppo in questa lunga estate) contano tanto di più i giocatori, la rosa costruita, le scelte fatte. E quelle degli ultimi anni non sono andate un granché bene. Oggi si riparte, senza Ribery, senza Caceres, con idee nuove e calciatori nuovi. L’occasione è importante, sbagliare ancora sarebbe difficilmente accettabile. Poi finalmente tornerà a parlare il campo, con gli stadi nuovamente pieni. Con i fischi e con gli applausi. Il resto conterà zero.
In difesa ci sarà la vera e propria rivoluzione, con il 4-3-3 di Italiano, talebano in tutti i sensi. Questa volta non ci saranno equivoci tattici, cambiamenti in corsa. Il nuovo allenatore gioca da sempre in questo modo e non cambierà certo adesso. Sembrerà di tornare un po’ alla vecchia Fiorentina di Prandelli, quella della Champions League, quelli di Frey, Mutu, Toni. Certo, con nomi e con ambizioni diverse al momento. Tornare a far divertire, tornare a non soffrire come negli ultimi anni, a non sentir parlare più di Serie B e di stagioni pericolose. Sarebbe già un bel passo in avanti, dopo tre stagioni troppo brutte per essere vere.
Adesso, l’imperativo sul mercato sarà vendere bene e acquistare meglio. Perché al di là dell’allenatore (del quale forse si è parlato fin troppo in questa lunga estate) contano tanto di più i giocatori, la rosa costruita, le scelte fatte. E quelle degli ultimi anni non sono andate un granché bene. Oggi si riparte, senza Ribery, senza Caceres, con idee nuove e calciatori nuovi. L’occasione è importante, sbagliare ancora sarebbe difficilmente accettabile. Poi finalmente tornerà a parlare il campo, con gli stadi nuovamente pieni. Con i fischi e con gli applausi. Il resto conterà zero.
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