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Battere un calcio di rigore è forse la via teoricamente più semplice per un attaccante per trovare (o ritrovare) la via del gol. E non è un caso all'interno della Fiorentina che quando c'è stato da calciarne uno, in assenza del glaciale Nicolas Gonzalez, lo abbiano fatto M'Bala Nzola e Lucas Beltran, ovvero coloro i quali ne avevano più bisogno per scacciare alcuni fantasmi.

Due rigori ma due storie diverse

Ad entrambi è andata bene, nel senso che sia l'ex Spezia in Conference League contro il Cukaricki, che l'ex River Plate contro la Salernitana in campionato, hanno centrato il bersaglio e hanno messo il pallone in fondo al sacco. Ma sono stati due rigori però che ci hanno raccontato due storie diverse.

Quello della paura e quello della forza e decisione

Per Nzola, e l'avevamo già sottolineato, quello è stato il rigore della paura, un penalty ballonzolante, centrale e ricco di incertezza. Diverso invece il discorso che possiamo fare per Beltran, perché è arrivato sul dischetto più deciso e ha calciato in maniera potente, scegliendo un angolo e senza curarsi delle mosse del portiere avversario. Palla forte a fil di palo, laddove Costil, che pure aveva intuito la direzione non è potuto arrivare. 

Sensazioni opposte

Il momento non era e non è facile per nessuno dei due, ma questi rigori ci hanno dato sensazioni opposte: per l'argentino, probabilmente, la luce in fondo al tunnel è molto vicina. Per l'angolano invece la strada da affrontare prima di tornare a rivedere le stelle, è molto più lunga e ricca di tornanti.

Il balloNZOLAnte rigore della paura
Battere un calcio di rigore non è solamente compiere un mero gesto tecnico, non a caso ci sono gli specialisti perché ...
 

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