​​

Passato come una meteora da Firenze Ianis Hagi, che però alla Fiorentina è rimasto comunque affezionato, come svelato a gianlucadimarzio.com

"I diciotto mesi alla Fiorentina sono stati cruciali per la mia crescita: ho giocato solo due partite in prima squadra, ma è stata l’esperienza di vita e di calcio in cui ho imparato di più. Mi ha aiutato a capire chi sono. Con i tifosi è nato un bel rapporto: mi scrivono ancora con affetto e mi chiedono di tornare. Ci penserei? Ora sto bene a Glasgow, amo i Rangers e ho vinto tanti trofei qui. Poi nel calcio non si sa mai: di certo Firenze avrà sempre un posto speciale nel mio cuore”.

E poi un ricordo sulla squadra viola di allora, al secondo anno di Paulo Sousa: "Quella squadra era piena di talento: quindici giocatori andavano in nazionale. Nel mio ruolo, tra trequarti e ala, avevamo Ilicic, Zarate, Bernardeschi e Borja Valero. Ilicic era fenomenale, uno dei migliori con cui abbia mai giocato: talento puro, visione, controllo. Vederlo ogni giorno era un privilegio. Con Zarate ci fermavamo dopo gli allenamenti a calciare punizioni: ci sfidavamo uno contro l’altro, due o tre volte a settimana. Lui aveva trent’anni, io diciassette. Ovviamente ho imparato a calciare grazie a mio padre, ma con Zarate ho affinato la tecnica: in media su dieci punizioni ne segnava nove. E voleva sempre sfidarmi. Una volta gli ho detto: “Mauro è il quarto giorno di fila che calciamo”. Mi ha risposto: “Non importa, tu vieni e migliora”. Ecco perché sono cresciuto a Firenze: erano giocatori esperti, ma soprattutto grandi persone".

In ballo su Bove c'è anche la Roma ma nessun contatto Commisso-Friedkin. L'ipotesi remota del monitoraggio senza operazione
Una volta risolte le questioni legate alla strada da prendere per tutelare la propria salute, su Edoardo Bove si discute...

💬 Commenti (1)