La santa urna che ha negato la Bosnia alla Fiorentina: qualche brivido di piacere in più del passato. Betis e Chelsea per dare un po’ di blasone anche alla Conference
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Un po' tutti a Firenze sognano la Champions, o perché no l'Europa League, con i loro palcoscenici ad atmosfere magiche: non si può dire che la Conference di questi anni abbia compensato questa nostalgia ormai decennale. La più piccola delle tre coppe ci ha provato, offrendo però in due stagioni appena un avversario dei top5 campionati in Europa: il West Ham. Poi la fortuna nei sorteggi e le sventure altrui ci hanno messo lo zampino e la Fiorentina si è trovata di fronte spesso e volentieri a squadre di periferia.
Braga, Sivasspor, Lech Poznan, Basilea e poi Maccabi Haifa, Viktoria Plzen e Bruges, con i soli belgi un po' superiori alla media, compensati da un'Olympiakos sulla carta decisamente inferiore alla Fiorentina. La squadra viola scansò il primo anno Lazio, Villarreal, Colonia e Nizza mentre al secondo Eintracht Francoforte, Aston Villa, Osasuna e Betis.
Quest'anno la storia potrebbe essere diversa, almeno a blasone: il Panathinaikos (e non il Borac Banja Luka) già agli ottavi, poi una tra Lugano e Celje, ma subito dopo la possibilità di incrociare il Betis, con il Chelsea ad attendere dall'altra parte del tabellone. Con i sevillani sarebbero due gran belle sfide, che saprebbero finalmente di Europa vera e porterebbero anche lì ad una possibile rivincita, vista l'ultima semifinale europea vissuta dall'altra parte del Guadalquivir nel lontano 2015.