Marotta ipotizza il ritorno ad una Serie A a 18 squadre: "Abbiamo seri problemi con i calendari. Serve maggiore tutela verso i giocatori"
Questo pomeriggio il no presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, analizzando l’attuale situazione del calcio italiano ha anche suggerito far regredire la Serie A al vecchio format, con il campionato a 18 squadre. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:
“Le informazioni che abbiamo non sono molto concrete. È evidente che questo mondiale per club, motivo d'orgoglio per noi e vetrina importante a livello mondiale, rappresenti un ulteriore sovraccarico dei calendari, problema serio del nostro calcio che si acuirà ancor di più nella prossima stagione. Ci saranno più match con la nuova Champions, per aggiudicarsi la coppa si possono giocare anche 17 partite, inclusi i playoff. Il calendario si comprime sempre di più, andrebbe rivisto e poi la Serie andrebbe ridotta a 18 squadre”.
“Dobbiamo tutelare i nostri giocatori: ora il rischio infortunio è altissimo”
Ha anche aggiunto: “Dobbiamo tutelare il lavoro dei nostri ragazzi, i carichi di lavori attuali non sono più sostenibili. Il rischio di infortunio è altissimo e rischia di pregiudicare anche lo spettacolo. Per far capire, nella stagione 2022-23, Barella ha giocato 52 partite da metà agosto a inizio giugno. In più la troppa offerta può generare un effetto negativo, il calcio potrebbe perdere di attrattività”.
“Non siamo piu il campionato di trent'anni fa, ora siamo un campionato di transizione”
Ha poi concluso: “Lo sport rappresenta un grande rilevante patrimonio della nostra Italia, che va tutelato. Non siamo più l'Eldorado del calcio come a inizio anni '90, oggi rappresentiamo un calcio di transizione. I nostri calciatori vengono spesso attratti da ingaggi notevoli e diventa difficile trattenerli. La capacità nostra dovrebbe essere quella di sostituirli degnamente e non creare barriere, andando a agar giocatori in modo sconsiderato. Oggi delle 20 proprietà di Serie A, 10 sono straniere: questo vuol dire che il nostro modello di mecenatismo degli anni 60-70 non c'è più".