A proposito di Paulo Sousa: il precedente odioso da evitare con Italiano. Un'unità di intenti fondamentale da trovare
C'è ancora qualche dubbio intorno alle intenzioni della Fiorentina e di Vincenzo Italiano: un sodalizio che sembrava inscalfibile, una scelta perfino logica quella di affidarsi all'uomo che ha riportato la squadra viola dalla zona salvezza all'Europa. Eppure c'è chi avanza qualche dubbio: da un lato per richieste (tecniche più che economiche) ritenute eccessive, dall'altro per un'ambizione forse non proprio in linea con le attese. In tutto questo paradosso, c'è un contratto di un anno (con opzione) che ricorda tanto quello che legava Paulo Sousa alla Fiorentina dal 2015 al 2017: il riferimento al portoghese torna utile anche dopo la boutade diffusa ieri dal Brasile.
Da escludere che il portoghese torni a Firenze ma il suo precedente potrebbe essere utile come modello da evitare, quello della convivenza forzata. Ricordiamo tutti la seconda annata nefasta del tecnico, pieno di frecciatine, conferenze stampa in monosillabi, indisponenza, scelte cervellotiche e provocatorie, fino al divorzio inevitabile del giugno 2017. Da un lato c'era volontà di non rinunciare al contratto, dall'altra quella di non pagare un secondo allenatore: un mix che fece solo il male della Fiorentina, in una fase di dismissione della precedente proprietà. Per questo è fondamentale la chiarezza tra Italiano e la società nei prossimi giorni, per non assistere ad un film odioso e già visto. Dalla convivenza o meno e dalle modalità con cui dovesse avvenire, si capirà molto anche della direzione di questo club.