La famiglia Beatrice ancora in cerca di giustizia e la causa civile può riaprirsi, i figli: "Ci sono elementi nuovi, protesteremo a Roma. Non ce l'abbiamo con la Fiorentina, siamo anche tifosi"

Un caso destinato a non chiudersi mai quello di Bruno Beatrice, ex mediano della Fiorentina anni '70, scomparso a causa di una leucemia, causata dai metodi di trattamento con raggi X, al tempo abusati da parte di alcuni medici. Mentre la causa penale è caduta in prescrizione, quella civile potrebbe riaprirsi come raccontato a La Gazzetta dello Sport dai figli, Alessandro e Claudia:
"Ci è mancato il papà e oggi ci manca il nonno, io e Alessandro siamo genitori. Fino a qualche tempo fa , quando c’era la mamma, apparecchiavo tavola anche per lui. Un vuoto incolmabile. Un disagio sentimentale senza fine. Dobbiamo stare attenti a non far ricadere tutto questo dolore sui nostri figli. E c’è la rabbia per l’omertà, per la gente che non ha parlato o non ha detto la verità. I ho rimosso i ricordi per non star male. Ne ho conservati due: papà in jeans, con me al parco, che calcia un pallone, e un Natale molto sfuocato. Lo sogno sempre all’età di 34 anni prima che si ammalasse.
Nel penale è scattata la prescrizione per l’ipotesi di omicidio preterintenzionale, per cui erano stati indagati alcuni medici e Carlo Mazzone, l’allenatore della Fiorentina nel 1975-76, la stagione della cura sbagliata. I medici sapevano bene quali fossero i rischi. Quando papà andò a Roma a farsi visitare dal prof. Perugia, la risposta fu: ‘Interrompi subito questo trattamento. Fai dei massaggi e poi basta, poi valuteremo se operare’. La Fiorentina aveva come obiettivo la Coppa Italia e Beatrice per l’allenatore doveva guarire in fretta… Mazzone e papà litigarono, vennero quasi alle mani, in un ritiro a Santa Margherita Ligure. Mio padre si sentì tradito quando gli comunicarono la cessione al Cesena.
Nel processo civile il nesso di causalità tra le terapia dei raggi X e la leucemia è stato accertato, ma il giudice ha chiuso il procedimento perché ha detto che non c’erano più testimoni. Del resto uno dei medici implicati è morto egli stesso di leucemia perché troppo esposto nel tempo a quel macchinario. Ora però sono emersi elementi nuovi, contenuti in una chiavetta. Siamo sostenuti dalla Regione Toscana, dal governatore Giani. Il 12 maggio a mezzogiorno protesteremo a Roma davanti al Palazzo della Corte di Cassazione, in Piazza Cavour. Esporremo lo striscione che di solito la Curva Fiesole stende al Franchi: “Giustizia per Bruno Beatrice". Noi non ce l’abbiamo con la Fiorentina ma con i medici, siamo tifosi, andiamo in curva, gli ultras appoggiano la nostra causa. Io hi chiamato Viola una delle mie figlie".