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Nella serata di ieri l’ex attaccante di Lecce e Fiorentina Valeri Bojinov è intervenuto in diretta a TvPlay, ospitato dall’ex viola Emiliano Viviano. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:

“Il mio scopritore è stato Pantaleo Corvino. Il primo anno a Lecce mi allenavo con la prima squadra ma nel fine settimana scendevo in campo per tutte le squadre del settore giovanile: dai giovanissimi alla Primavera. Giocavo dal venerdì alla domenica, ero sempre impegnato. I ragazzi di oggi invece devono recuperare perchè non ce la fanno. Per me era importante giocare, stare a contatto con i compagni e divertirmi. Poi la domenica, quando facevo il raccattapalle alla prima squadra, sognavo di giocare in Serie A. Oggi invece è diverso, è tutto dovuto: non esiste piu il sacrificio. Al giorno d’oggi basta che fai una buona partita e si sentono già giocatori”.   

“Vlahovic deve scordarsi di esser stato pagato 70 milioni di euro”

Ha parlato anche dell’ex viola Dusan Vlahovic: “Nella chiacchierata che feci con il serbo gli dissi che quando arrivi nella Juventus non devi pensare che gli altri giocano per te. Devi fare in modo che questo accada e non pensare che sia tutto dovuto perché ti hanno pagato 70 milioni di euro. Devi lavorare e sudare e dimostrare ai tuoi compagni di valere, essendo anche furbo. Perché in quel club ognuno vuole stare nelle prime pagine dei giornali. Vlahovic è un ragazzo che lavora tanto, io l'ho conosciuto al Partizan. Ha scelto di non andare in Nazionale perché vuole migliorare ancora restando a contatto con Thiago Motta”.

“A Firenze ho conosciuto Toni, che ragazzo speciale. Era il leader dello spogliatoio”

Ha poi parlato anche dell’esperienza a Firenze: “Quando ero a Firenze non vedevo l’ora di entrare dello lo spogliatoio, di stare assieme ai compagni. Quando sono arrivato alla Fiorentina c’era anche Luca Toni. Era un ragazzo che rideva sempre, che faceva scherzi ai compagni e costruiva il gruppo all’interno dello spogliatoio. Era il nostro leader. Andavamo a cena fuori, ridevamo e scherzavamo sempre, ma quando andavamo in campo era il primo a pretendere il massimo. E la domenica poi era devastante, in pochi riuscivano a fermarlo. Non è un caso che lui ha fatto quello che ha fatto nella sua carriera”.

“Corvino si arrabbiava durante la settimana, ma poi la domenica era costretto a ricredersi”

Ha anche raccontato un aneddoto con Pantaleo Corvino: “Ogni tanto uscivamo il giovedì sera e il direttore il giorno dopo ci chiedeva perchè lo avessimo fatto. Gli facemmo capire che avendo portando fortuna la prima volta avremmo continuato a farlo, e che lui ci avrebbe potuto criticare solo se poi la domenica avremmo fatto male in campo. Ma devo dire che quelli erano altri tempi. Luca era devastante sia n campo che fuori. Quella stagione quando vinse la classifica dei marcatori con 30 reti, e la scarpa d’oro, regalo un orologio ad ogni giocatore della rosa. Pagherei per vedere giocatori con la mentalità come aveva lui”.

"Toni era un giocatore capace di togliere la tensione ai compagni"

Ha poi concluso: “Quando arrivavamo allo stadio con il pullman lui aveva la capacità di togliere la tensione nei compagni, gli bastava un sorriso e qualche battuta. Non ti faceva pensare niente, voleva prendersi ogni responsabilità. Ricordo ancora che spesso ci diceva: ‘Ragazzi non vi preoccupate, datemi la palla che ci penso io’". 

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