Non basterà un quarto d’ora (per quanto ottimo), ma Terzic si gioca bene le sue carte. Possibilità a Milano?
Dalla vittoria contro la Salernitana, la Fiorentina si porta dentro tanto, a cominciare dall’impatto di Saponara sulla partita, ma anche la conferma di Bonaventura, il gol di Jovic, la crescita di Ikoné e l’ottima prestazione del collettivo. Tra i dettagli più nascosti, c’è l’entrata in campo di Aleksa Terzic, che prende il posto di Biraghi al minuto 77. Il serbo è ben lontano da risultare un protagonista assoluto della partita, ma combatte e si sbatte, cambiando ritmo alla fascia sinistra.
Un Biraghi visibilmente stanco (anche comprensibilmente) ha faticato più del solito, contro i campani. La sua non è una partita insufficiente, ma niente più dell’ordinario; proprio a causa delle sue poche energie, il cambio sembrava scritto ed è effettivamente arrivato. In quei diciotto minuti restanti di gara, Terzic fa tutto ciò che serve a una squadra in situazione di vantaggio, quando c’è da difendere un risultato: corre tanto, cerca duelli aerei, spezza gli schemi cercando sempre il fondo, conquista un prezioso calcio d’angolo ed esulta come se avesse segnato.
Saranno anche piccolezze, analizzate con la lente d’ingrandimento, ma queste sottolineature sono meritate, per un ragazzo spesso fin troppo sottovalutato. Relegato al ruolo di riserva da poche partite l’anno, Terzic si è spesso fatto trovare pronto quando chiamato in causa, anche in ruoli non suoi, come da terzino destro in Scozia. Si parla pur sempre di un ragazzo nel giro della Nazionale serba (pur se non andrà al Mondiale), il cui talento deve ancora emergere del tutto. Chiaramente, le gerarchie non gli permettono un posto da titolare, ma chissà che, piano piano, il classe ‘99 non cominci a ritagliarsi sempre più spazio. E chissà, magari a cominciare proprio da Milano.
Un Biraghi visibilmente stanco (anche comprensibilmente) ha faticato più del solito, contro i campani. La sua non è una partita insufficiente, ma niente più dell’ordinario; proprio a causa delle sue poche energie, il cambio sembrava scritto ed è effettivamente arrivato. In quei diciotto minuti restanti di gara, Terzic fa tutto ciò che serve a una squadra in situazione di vantaggio, quando c’è da difendere un risultato: corre tanto, cerca duelli aerei, spezza gli schemi cercando sempre il fondo, conquista un prezioso calcio d’angolo ed esulta come se avesse segnato.
Saranno anche piccolezze, analizzate con la lente d’ingrandimento, ma queste sottolineature sono meritate, per un ragazzo spesso fin troppo sottovalutato. Relegato al ruolo di riserva da poche partite l’anno, Terzic si è spesso fatto trovare pronto quando chiamato in causa, anche in ruoli non suoi, come da terzino destro in Scozia. Si parla pur sempre di un ragazzo nel giro della Nazionale serba (pur se non andrà al Mondiale), il cui talento deve ancora emergere del tutto. Chiaramente, le gerarchie non gli permettono un posto da titolare, ma chissà che, piano piano, il classe ‘99 non cominci a ritagliarsi sempre più spazio. E chissà, magari a cominciare proprio da Milano.
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