Un dualismo che ha stufato i tifosi. Il dubbio perenne di Italiano da due anni a questa parte
Dopo il disastro -totale- della prestazione di Beltran a San Siro, Italiano è propenso a rimettere dal primo minuto M’Bala Nzola contro il Genk. Squadra per lo più fisica, bla bla bla... ma non sarebbe questo il motivo del cambio là davanti. Perché dopo aver concesso tanta fiducia all’argentino (e non aver ottenuto praticamente niente in cambio), adesso ne va della credibilità del tecnico viola.
6 milioni a rete…
L’ultima gara in Conference è stata vinta grazie ad un rigore dell’angolano, che, dopo esserselo procurato e poi realizzato, era però sparito dal campo, non lasciando alcuna traccia significativa di sé. Una rete in campionato (a partita già vinta) e quest’altra appunto contro il Cukaricki: troppo poco per un “bomber” pagato 12 milioni appena la scorsa estate. Ma almeno Nzola ha presenza fisica... (che non sa sfruttare).
Il grande salto dall'Argentina:
Beltran contro il Milan è stato talmente evanescente e leggerino da far pensare che la Fiorentina avesse schierato un giovane della Primavera. Il salto dal calcio argentino a quello europeo per lui è stato enorme (e questo ci può stare, guardando anche alla situazione Infantino), ma così facendo non fa altro che peggiorare la posizione di Italiano. Perennemente in bilico, ormai da due anni (!), nella scelta di chi far giocare davanti. Cabral o Jovic? Nzola o Beltran? Sempre poi con Kouamé di riserva che deve mettere le pezze per quei “di due non se ne fa uno”.
Adesso basta.
I tifosi sono stanchi. Non gliene può fregare assolutamente niente alla maggioranza della “leggenda” impressa sulle nuove maglie disegnate dai futuri stilisti del Polimoda (per fare un esempio casuale, ma concreto e recente). Da quando è stato ceduto Vlahovic – che adesso ci tocca pure vedere giocarsi uno Scudetto con Chiesa – Italiano non ha più avuto a disposizione un Centravanti con la C maiuscola degno di tale nome. Sperando che Nzola arrivi a segnare una doppietta nella terza competizione europea, la triste realtà è sempre la stessa. Ma alla fine, a saltare, non sarà più l’attaccante...