Viviano: “Se un ultras chiama un allenatore deve rispondere, Inzaghi vittima di una situazione che va avanti da anni. I tifosi che si venderebbero per un euro non dovrebbero entrare allo stadio"
L’ex portiere della Fiorentina Emiliano Viviano ha parlato durante una diretta YouTube di Tv Play, esprimendosi sul rapporto tra ultras, calciatori e società, tema che di grande attualità in questi ore in seguito a quanto emerso in questi giorni.
’Non tollero chi si professa ultras e per un euro venderebbe la sorella’
“Ho avuto rapporti con decine e decine di ultras, anche pregiudicati. Non capisco perché nella vita non si possano avere rapporti con persone che hanno avuto precedenti penali. Chi la pensa così è classista, mi fa anche schifo chi ragiona in questa maniera. La cosa importante è non venire coinvolti in situazioni sbagliate e giri loschi. Ultras che lucrano sulla passione dei tifosi? Questo è un altro discorso e la cosa non mi piace ovviamente. Per esempio non tollero quando qualcuno si professa ultras e fa il classico discorso dei ‘km per sostenere la squadra’ dei ‘soldi spesi’ e poi le stesse persone per 1 euro si venderebbero la sorella…ecco queste persone non mi piacciono e non c’entrano niente con l’essere tifosi, non dovrebbero entrare allo stadio. A Genova sono diventato amico di un ragazzo che veniva da 21 anni di prigione. Per me era importante provare ad aiutarlo per fargli capire come fosse effettivamente la vita normale. Sapete quante cose mi hanno detto e gli insulti che mi sono preso? Ma a me non interessa. Lui per esempio pensava che la vita fosse in un determinato modo perché a 15 anni i suoi genitori lo avevano messo a delinquere. A me i moralisti non piacciono, mi stanno sui cog****i”.
’Inzaghi vittima di una situazione che va avanti da 20 anni. Galliani girò sotto scorta’
“Io ho un determinato pedigree, parlo un determinato linguaggio che può essere capito dagli ultras, non mi fanno paura certe persone. Per molti, invece, non è così. A Firenze per esempio ci sono meno persone che hanno problemi con la legge rispetto ad altre piazze. Ad ogni modo sono dell’idea che deve essere la società a mettere un limite, a far qualcosa per non far accadere determinate situazioni in cui gli ultras possano interferire con le logiche della squadra. Se un ultras chiama Simone Inzaghi, l’allenatore dell’Inter, per esempio, quest’ultimo è “obbligato” a rispondere: non facciamo i moralisti, lo sappiamo tutti. Nel caso diventa vittima, qualora non dovesse rendersi protagonista di un qualcosa di sbagliato, di una situazione che si è venuta a creare per colpa di altri. A Galliani successe qualcosa del genere 20 anni fa, andò in giro sotto scorta. Dopo 20 anni parliamo ancora determinate cose, siamo allo stesso punto…chi è che dovrebbe intervenire?”.