L'incapacità cronica di chiudere le partite, e gli attaccanti non aiutano. Per Beltran e Nzola ci vorrà pazienza, ma nel frattempo Italiano deve trovare una soluzione
Mettiamola così: un pareggio in casa dell'avversario sulla carta più forte del girone non si butta via. Considerando soprattutto che la Fiorentina stava per perderla all'ultimo secondo, e chissà se Christensen aveva messo un santino su quel palo che ha negato il gol ad Arokodare.
Solo che poi ci sono i minuti precedenti al pareggio di McKenzie e all'assedio finale del Genk. Quei minuti in cui la Fiorentina era stata in totale controllo della gara, senza però riuscire a chiuderla. Un po' di imprecisione nei passaggi, l'errore importante sotto porta di Nzola, e così la partita è rimasta in bilico con conseguente beffa finale.
Un vizio che la Fiorentina non vuole proprio togliersi di dosso. Quell'incapacità di gestire il match quando lo ha in pugno, di ammazzarlo alla prima occasione buona per poi gestirlo fino al triplice fischio. E non è il massimo per una squadra che, nonostante ieri sera la difesa sia stata nel complesso sufficiente, continua a incassare gol praticamente ogni volta che subisce un tiro in porta.
La soluzione? Facile da dire, più difficile da mettere in atto. Perché è ovvio che con i gol degli attaccanti la Fiorentina potrebbe rendersi la vita più facile, ma è altrettanto ovvio che al momento Nzola e Beltran non sono capaci di incidere. I motivi probabilmente sono diversi, fatto sta che dopo sette partite ufficiali sono ancora a secco di gol. Ci vorrà pazienza? Senz'altro. Nel frattempo, però, Italiano deve trovare una soluzione.