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“Specchio, specchio delle mie brame, chi è il miglior allenatore del reame?”. Se Vincenzo Italiano avesse rivolto la fatidica domanda un anno fa di questi tempi, la risposta dello specchio sarebbe stata scontata: “In Italia non c’è, chi fa giocare la squadra meglio di te”. Proprio così, magari la Fiorentina aveva perso, anche male, alcune partite ma l’immagine complessiva era di una squadra pimpante, frizzante, arrembante, coinvolgente, divertente. Un anno dopo tutto è cambiato. Come colpita da un maleficio fiabesco, la compagine viola appare spenta, sfiatata, arrendevole, scoordinata e tremendamente noiosa.

Lo scorso campionato, Italiano sembrava provvisto di bacchetta magica. Ogni singolo giocatore aveva un rendimento superiore a quanto ci si aspettava da lui. La prestazione complessiva della squadra era quasi sempre superiore a quella dei singoli. L’allenatore a bordo campo pareva munito di joystick col quale posizionare i giocatori viola nel punto giusto al momento giusto. Inoltre funzionava una sorta di mutuo soccorso, uno per tutti, tutti per uno. Gli undici in campo agivano collettivamente per supplire alle carenze individuali ed esaltarne i pregi.

Fin dalla prima partita di questo campionato lo scenario idilliaco si è volatilizzato. I giocatori appaiono imbrocchiti, vale per tutti, anche per i migliori da Milenkovic a Gonzalez. Non solo. L’aiuto reciproco in campo è scomparso. Spesso la Fiorentina ha preso gol mentre alcuni dei suoi protagonisti osservavano impotenti e indolenti. Arresi senza combattere.

E’ pur vero che rispetto alla stagione scorsa la Fiorentina ha perso il fromboliere della prima parte (Vlahovic) e il cervello della seconda (Torreira). I sostituti specifici e tutti gli acquisti fatti dalla società si sono rivelati dei flop. Altro che squadra rafforzata! Chi ha condotto il mercato ha responsabilità gravissime. Tuttavia non sufficienti a spiegare una squadra sfigurata a tal punto.

L’effetto sorpresa in campo e fuori, nei confronti degli avversari ma anche dei propri giocatori, aveva prodotto sulla Fiorentina dello scorso campionato l’effetto di una pozione magica, come quella che dà superpoteri al gallo Asterix. Ma il druido-Italiano, è evidente, non ricorda più gli elementi per ricrearla. Forse io, come molti, lo abbiamo sopravvalutato. Forse è stato solo un allenatore baciato dalla fortuna. Forse il problema è lui. Anzi, anche lui.

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