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Un ragazzo tanto timido quanto tremendamente geniale. Il compagno di merende del calciatore più forte al mondo e una ‘testolina’ che a Firenze stiamo ancora cercando di capire cosa ci nasconde davvero. È un fenomeno? Probabilmente no. È una pippa? Probabilmente nemmeno. Francamente, allora, ma chi è Jonathan Ikoné?

Perché nel suo anno – ormai – e mezzo alla Fiorentina, pare che Jorkò si sia contratto piuttosto che aver avuto voglia di mostrare i suoi sentimenti. Tanto da far slittare il clima d’opinione fiorentino verso il SI’ alla sua cessione quest’estate. Pochissime reti, altrettanti pochi assist. Prestazioni che più vanno che vengono e la sensazione che l’ex campione di Francia possa fare mooolto, ma molto, meglio di così. E se la società di Commisso fosse davvero decisa a far pulizia sulle fasce, verosimilmente uno dei primi “sacrificati” sarebbe proprio il francese.

D’altronde, Ikoné avrebbe più mercato di Sottil e Kouamé messi assieme, specialmente dal campionato che ha lasciato nel gennaio del 2022. Questo perché in Europa le qualità del ragazzo sono più che note agli addetti ai lavori, memori di uno dei maggiori prospetti dell’Under 21 di Francia. Ma c’è anche Vincenzo Italiano che lo sta aspettando. Uno dei principali fautori del suo approdo in Toscana. Perché se è vero che nel suo 4-3-3 il ruolo più congeniale al numero 11, il trequartista, non è presente, va pure detto che con la velocità e il dribbling che si ritrova non dovrebbe fare grossa fatica a svariare sulle corsie. Che siano di destra o di sinistra.

Se lo stanno chiedendo in tanti, purtroppo però, la risposta, potrebbe non avercela ancora Jonathan: ma che sarà questo i’ su’ anno bono? Quello in cui, finalmente, dimostrerà a tutti di che pasta è fatto, mettendo a tacere i criticoni a suon di giocate di classe e scatti da lasciare a bocca aperta anche “quelli del parterre di Tribuna”. L’anno che sancirà la sua esplosione nel calcio italiano, ma soprattutto nello schema tattico di Italiano, l’uomo che più di tutti lo sta bramando e che non ha certo intenzione di lasciare a metà il lavoro iniziato nella sua prima stagione in maglia gigliata. È tempo di sciogliersi, per l’uomo di ghiaccio.

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