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“Garcia? Il giorno che l’ho presentato a Capodimonte. Avrei dovuto fare un coup de Théatre e dire: 'Ve l’ho presentato, però adesso se ne va'. Perché uno che arriva e dice: 'Io non conosco il Napoli, non ho mai visto una partita'… Avrei dovuto capire già in quel momento. E invece l’ho presa a ridere”. Inizia così la lunga intervista al Corriere dello Sport di Aurelio De Laurentiis, che tra i tanti temi toccati ha parlato anche di Superlega e della tanto chiacchierata Supercoppa Italiana: 

“La Superlega è un cambiamento epocale. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti. Mancava un avvicendamento di merito connesso al valore delle singole squadre. La Superlega è stata una mossa sbagliata, che però ha sortito questo cambiamento. Adesso bisogna fare un ragionamento serio. Ho parlato con Florentino Perez e siamo d’accordo a mettere attorno a un tavolo alcuni veri imprenditori, non più e non solo presidenti nominali. Perché oggi il calcio è amministrato da persone anziane dal punto di vista anagrafico, ma soprattutto prive di visione. In Italia sono più no che sì?”

E ancora: "Ma in Italia chi sono i veri imprenditori del calcio? RedBird sta in America. L’Inter non si sa di chi sia. Vorrei avere il piacere di vedere in Lega Dan Friedkin e suo figlio qualche volta. Li ho incontrati a Los Angeles per parlare di cinema, ma qui non vengono. E nessuno si ribella all’idea balzana di una Supercoppa che neanche gli arabi vorrebbero".

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